contributo di Dott.ssa Paola Pupulin all’evento “Rosa Shocking!” del 14 Maggio 2013

La violenza contro le donne è un tema di assoluta priorità ed emergenza sociale per tutti noi.

 

L’O.M.S. ha definito la violenza contro le donne come un problema che riguarda la salute pubblica. Essa è un fenomeno che ha connotazioni sanitarie, per le conseguenze in termini di lesioni che determina, ma che è in grado di intaccare il complessivo stato di benessere psico-fisico sociale femminile e quello dei figli spesso presenti all’agire violento.

 

Ci sono stati molti convegni sulla violenza verso donne per lo più rivolti ad evidenziare la condizione drammatica e di solitudine vissuta dalle donne coinvolte.

 

Con questo convegno cosa vogliamo aggiungere?

 

Soprattutto tre aspetti

 

1) Prima di tutto faremo un approfondimento comparativo con la situazione americana. Questo perché, se le iniziative contro la violenza alle donne promosse nel nostro paese sono scarse, negli Stati Uniti e in altre parti d’Europa si sono sviluppati programmi prevenzione, e soprattutto di trattamento per aiutae i maschi protagonisti delle violenze a “disimparare” tali comportamenti e a sostituirli con capacità relazionali basate sul riconoscimento dell’uguaglianza di genere e sul rispetto delle donne.

E su questi aspetti in particolare avremo gli interventi di parte USA della dott.ssa Claudia Flisi, giornalista e fondatrice del Professional Women’s Association di Milano, e di Beatriz Le Comte, operatrice in un centro antiviolenza di San Diego in California. Da parte italiana, il quadro storico-giuridico verrà presentato dall’avvocato Francesca Nisticò.

 

2) In secondo luogo presenteremo una riflessione sulla gravità dei stintomi e sulle conseguenze traumatiche che manifestano le vittime dopo aver vissuto un periodo più o meno lungo di violenza

Su questo argomento avremo il piacere di sentire una delle voci più autorevoli ed esperte di traumi psicologici: la dott.ssa Isabel Fernandez psicoterapeuta e presidente dell’associazione EMDR Italia.

 

3) In terzo luogo cercheremo di parlare degli autori della violenza, mettendo a fuoco i tratti caratteriali e i comportamenti degli uomini violenti.

 

Su questo aspetto sono contenta di ospitare il dott. Alessandro de Rosa, che gestisce assieme ad altri due colleghi lo Sportello “Liberiamoci dalla violenza” rivolto agli uomini dell’AUSL di Modena,

 

La domanda è: perché si parla poco degli uomini e del perché avvengono le violenze?

Perché parlare degli uomini violenti, comprendere il loro vissuto o disagio, può essere frainteso come un atteggiamento di condivisione o di comprensione verso chi ha commesso un reato tra i più odiosi. Ma, ovviamente, non è così.

 

Occuparsi del lato maschile non significa dimenticare la vittima. Al contrario, per combattere la violenza bisogna partire da chi la attua, mettendo in pratica un percorso di prevenzione che, assieme alla punizione del reato, è oggi assolutamente necessario e urgente. Ce lo ricorda uno dei maggiori esperti: Colin Fitzgerald, del Centro londinese Respect: “La possibilità di far terminare la violenza è nelle mani di chi l’attiva, di chi la inizia per primo”.

 

E come?

 

Per contrastare efficacemente questa drammatica escalation di violenza è indispensabile mettere in campo interventi di prevenzione e trattamento rivolti agli uomini, puntando ad aiutarli ad acquisire la consapevolezza di un proprio problema, accettando di assumersene appieno le responsabilità, riconoscendo in loro, le possibili radici della violenza

 

La psichiatria classica ha l’abitudine di catalogare gli autori di violenza come psicopatici ma, in realtà, gli uomini che usano violenza appaiono “abbastanza o del tutto normali”, la maggior parte di loro funziona sia nel contesto professionale che in quello sociale

 

Facendo riferimento anche alla mia esperienza clinica sono giunta alla seguente riflessione:

 

Il comportamento violento è una scelta dell’individuo da intendersi, più che altro, come un atto di perdita di controllo, come un tentativo di acquisire potere e controllo sulla donna di fronte a sentimenti di impotenza.

 

Con questo, non c’è l’intenzione di voler semplificare la violenza che  non è mai da intendersi come uno sfogo.

 

Una frase classica che si sente ripetere dal maschio autore di violenza (marito, fidanzato o compagno di vita) è :”Ma cosa vuole che sia, le ho dato solo uno schiaffo”.

 

Questo luogo comune, a volte sottovalutato dalle stesse donne-vittime, denota la totale mancanza di consapevolezza che ogni atto violento è il tentativo di affermare il proprio potere sulla persona che ci è accanto, attraverso la minaccia, il disprezzo e l’umiliazione


In questa nostra ricerca, è importante partire dalla domanda: quale può essere l’origine della violenza in generale e verso la donna in particolare?

 

Argomento certo assai complesso che richiama svariate origini. Possiamo però ricordarne tre:

 

  1. la violenza può essere correlata ad atteggiamenti patriarcali in cui l’uomo comanda su donne e bambini, e su di essi esercita un potere assoluto. Ciò può essere collegato ad una educazione dei maschi “vecchio stile” nella quale si perseguono valori quali durezza, autocontrollo, mai mostrarsi deboli o vulnerabili;
  2. essa può essere legata alle conseguenze dell’abbandono e di violenze subite nella propria gioventù;
  3. la violenza esercitata può, infine, essere associata a traumi collegati all’essere stato esposto direttamente o indirettamente alla violenza del padre in età infantile Iil bambino che assiste a violenze che il padre esercitava sulla madre e su altri membri subordinati del nucleo famigliare).

 

Lavorare sui bambini testimoni di violenza

Se le donne sono le vittime dirette della violenza i figli lo sono indirettamente, ma con conseguenze  devastanti. I bambini che assistono a questi episodi subiscono danni pesantissimi che si traducono in paura e disorientamento.

Spesso i mostri di oggi sono stati vittime di ieri. La violenza genera altra violenza, lascia tracce che possono riemergere anche a distanza di molti anni.

 

Oggi sappiamo che essere esposti in casa alla violenza del proprio padre influenza i processi di attaccamento del bambino in modo negativo.

Può anche influire sullo sviluppo del cervello del bambino

 

Noi psicologi che ci occupiamo di psicotraumatologia cioè di traumi psicologici, lo sappiamo bene.

 

Prima di avviarmi alla conclusione della mia relazione introduttiva desidero fare due brevi considerazioni. Una politica e una culturale

 

Proprio poche settimane fa il Presidente Obama, ha firmato la nuova legge contro la violenza alle donne [“Violence against women act“]

In questo caso la politica assume la problematica al livello più alto e quindi ha la consapevolezza di dover affrontare un tema che senza interventi istituzionali farebbe un buco nell’acqua……..”.

 Attualmente in Italia la politica non è ancora  in condizione di assumere questo come un tema di sua competenza, anzi lo considera solo come un problema di competenza psichiatrica e giudiziaria.

Ci sono poi le considerazioni a livello culturale e qui ci riferiamo alla  trasmissione di modelli di comportamento. Questo per capire come l’investimento sociale deve portare le istituzioni a lavorare già sui bambini.

Andando indietro nel tempo, un marito che picchiava la moglie non era perseguito da nessuno e rientrava nella normalità.

 

Spesso penso alla frase che mia suocera alla tenera età di 102 continua a riproporre:

“… mio marito non ha mai alzato le mani e mi ha sempre rispettato”.

Frase detta con orgoglio che però testimoniava l’eccezionalità della cosa rispetto ad un modello diffuso.

 

D’altronde non dobbiamo dimenticare che fino a pochi decenni fa(fino al 1981) il delitto d’onore era in vigore nel nostro ordinamento, il che vuol dire che un uomo che uccideva la moglie “nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onore suo e della famiglia” subiva una pena minima

Oggi il quadro è cambiato decisamente . ma la nostra cultura è ancora intrisa di valori patriarcali che occorre vengano riconosciuti e combattuti

 


Materiali disponibili

Rosa Shocking!

14 Maggio 2013 @ 15:00 – 19:00

Centro Congressi Viest Hotel
Vicenza (VI)

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